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Domini Web: come sceglierli e quanto spendere. Intervista a Domain Profit

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Articolo aggiornato il 24 Novembre 2025

Nel valutare un’attività commerciale, si dice solitamente che le tre cose più importanti siano:

  1. location,
  2. location,
  3. location.

Non è un errore di ripetizione, ma ovviamente un modo ironico che sottolinea come il DOVE apri il tuo negozio è (quasi) l’unico aspetto che conta per avere successo.

Nel mondo online, questa regola non è poi tanto diversa, si è solo evoluta. Il nome del dominio di un sito web corrisponde alla location del retail classico: è il tuo indirizzo civico nel vasto oceano di internet, il primo asset fondamentale su cui costruire la propria identità digitale.

Ma cosa c’è dietro la compravendita di questi indirizzi virtuali? Come si distingue un investimento in domini vincente, tassello centrale di una strategia di web marketing, da una semplice spesa?

Con il più grande portafoglio di domini .it al mondo e uno dei più grandi a livello globale, supportano le aziende nel partire con il piede giusto, cioè dalla scelta della propria “location digitale” (dato che i domini realmente buoni sono ormai già tutti presi / non disponibili o in vendita).

Scopriremo le dinamiche del mercato, l’importanza delle nuove estensioni (TLD) e perché il dominio giusto può fare la differenza tra il successo e l’anonimato di un brand, in questa intervista al team di Domain Profit.

Perché un dominio forte è la base di un progetto web, come sceglierlo e quanto può costare: intervista a Domain Profit

Perché la scelta del dominio è così cruciale per un’azienda o un progetto web?

Perchè può determinare il successo o il fallimento nel branding e nel marketing. In USA o alcuni paesi esteri viene compreso maggiormente, in Italia ci stiamo arrivando un pò alla volta. Non tutti i domini sono uguali, esistono domini di bassa qualità, come ad esempio “immobile-bello.it” o domini di alta qualità “immobile.it”.

Per fare un paragone, avere un dominio di bassa qualità equivale ad avere un negozio in una strada sperduta in periferia, mentre avere un dominio di alta qualità è come possedere un negozio o un palazzo in via Montenapoleone a Milano.

Quali sono i fattori che fanno di un dominio un buon dominio?

Un dominio per essere “premium” deve essere breve, memorabile, facile da digitare e pronunciare e idealmente deve corrispondere ad un termine di ricerca, un termine facile e/o conosciuto, ad esempio: pet.it, diamante.it, tablet.it, brasile.com, colosseo.com, hater.com, etc…

Quanto può arrivare a costare un buon nome dominio? Quali sono i domini più curiosi e interessanti che avete mai trattato?

I buoni domini possono variare da qualche migliaia di euro a milioni di euro, dipende dai criteri sopracitati e da altri criteri, come ad esempio estensione (.com, .it, etc…), traffico e altro. Abbiamo trattato veramente moltissimi domini, sia per PMI che per gruppi di livello mondiale.

Alcuni sono: TheFork.it per Tripadvisor, Audible.it per Amazon, CZI.com per Zuckerberg, Nabd.com per NABD e moltissimi altri, alcuni dei quali sono NDA (= protetti da accordo di riservatezza).
Alcune vendite note (alcune non sono rese pubbliche o protette da NDA) sono state per i .com:

  1. Cars.com: $872 milioni
  2. Business.com: $345 milioni
  3. LasVegas.com: $90 milioni
  4. CarInsurance.com: $49.7 milioni

Mentre per i .it (alcune non sono rese pubbliche o con NDA):

  1. (NDA): diversi milioni
  2. Casino.it: €400.000
  3. Giochi.it: €300.000
  4. (Un nostro dominio NDA): €250.000

In Domain Profit, quanti domini avete e quando avete iniziato a registrarli? Qual è la vostra storia e come vi è venuto in mente di registrare così tanti domini?

Gestiamo circa 160.000 domini, il che lo rende uno dei portafogli di domini più grandi al mondo, suddiviso in 139.000 domini .it, 19.000 domini .com e migliaia di altri domini .org, .net e altre estensioni, nelle maggiori lingue del mondo e in praticamente qualsiasi settore.

Il tutto nasce dalla metà/fine anni 90 in America, però per questa storia servirebbe scrivere un libro o fare un film…

Come è cambiato nel tempo il valore percepito dei domini? Oggi conta più la brevità, la parola chiave o la brand identity?

Dipende sempre dal cliente e dalla sua strategia. Se tratti un brand di lusso o se hai un e-commerce di pannolini, ad esempio.

Generalmente, nel mercato, i domini che “valgono di più” sono quelli che corrispondono a un termine di ricerca molto diffuso.

L’aspetto chiave è che deve essere breve, facile da ricordare, pronunciare e scrivere.

Quanto pesa l’estensione (es. .com, .it, .io, .ai) nella scelta e nel valore di un dominio?

Globalmente il .com è stato, è e sarà il king. Seppure, in alcuni casi il .it o altre estensioni nazionali, possono valere di più del .com. Ad esempio molte aziende italiane o del settore IT (Information Technology) preferiscono il .it (vedi immobiliare.it, casa.it, subito.it).

Lo stesso vale per le altre estensioni nazionali (.de, .fr, .es, etc…). Altre estensioni stanno avendo un bel successo, come .ai, .io e altre… Tuttavia è ancora presto per dire se prenderanno il posto delle più gettonate.

In passato ci sono state molte estensioni che hanno avuto un “boom”, ma che dopo anni sono crollate (esempio .biz, .me). Noi investiamo maggiormente in .it e .com.

Ci sono tendenze emergenti nelle estensioni più richieste o nei settori più attivi (es. AI, crypto, green, robot, etc.)?

Come detto prima, sì, tuttavia ce ne sono state anche in passato e ce ne saranno in futuro. Ad oggi non rimpiazzano il .com, che è sempre il Re, e le estensioni nazionali.

Ad esempio i .ai stanno avendo un buon riscontro e alcuni vengono venduti anche a prezzi più alti dei .com, tuttavia il costo di registrazione è molto alto e, come detto, in passato ci sono state altre estensioni che hanno avuto un “boom” e poi sono calate.

Quali errori vedi più spesso nelle aziende quando scelgono il dominio per il loro brand?

  1. Scegliere un nome privo di significato o poco coerente con il brand.
  2. Ignorare criteri fondamentali come brevità, memorabilità e facilità di pronuncia e scrittura.
  3. Risparmiare troppo sul budget per il dominio, comprando un ripiego, rischiando altamente in seguito di dover fare un rebranding costoso o modificare il nome aziendale dopo qualche anno. Di questi casi, per chi non è fallito nel mentre, ne esistono veramente molti.

Uno degli esempi più celebri è quello di Mark Zuckerberg. All’inizio il social era chiamato TheFacebook.com, ma nel 2005 acquisirono il dominio Facebook.com per circa $ 200.000, una bella cifra per un brand in fase embrionale.

In un’intervista, quando gli chiesero cosa farebbe di diverso “se tornasse indietro”, Zuckerberg rispose istantaneamente che avrebbe scelto fin da subito “il dominio giusto”, sottolineando quanto l’investimento sul nome avesse fatto la differenza nella crescita di Facebook.com. (fonte)

Vi è mai capitato che un dominio diventasse improvvisamente prezioso per via di una moda o di un evento inatteso? Avete mai ricevuto offerte strane o assurde per un dominio?

Sì, quotidianamente. Alcuni “furbi” cercano di ottenerli a poco prezzo. Altre offerte, invece, provengono da aziende che hanno compreso l’importanza di un dominio premium e scelgono di investire correttamente per far crescere il proprio business, acquistando il nome giusto. A volte anche domini che non credevamo valessero così tanto e, invece, dopo approfondite analisi abbiamo capito il perché ci avessero offerto determinate cifre.

Ad esempio, oltre ad alcune vendite note citate prima, abbiamo anche venduto:

  • penny.it (Penny Market)
  • glazer.com (presidente Manchester United)
  • laura.it
  • cqy.it
  • progressor.com
  • etherna.it
  • reclamo.com
  • igotfired.com
  • rugs.it (tappeti in inglese)
  • sabato.com
  • palla.com
  • cacao.com
  • arrogante.com
  • bet.it (“bet it” sarebbe scommettilo)
  • notai.com (che in realtà era Not AI)
  • baps.it (Banca Agricola Popolare di Sicilia)
  • montenapoleone.com
  • bachata.com

La morale è che puoi registrare un dominio qualunque, come aprire un negozio in periferia, e dover lottare per anni per attrarre clienti. Oppure puoi fare fin da subito l’investimento giusto, scegliendo il dominio corretto, come aprire un negozio in centro città, e dominare il mercato fin dall’inizio.


–> Leggi anche: Le strategie e-commerce per vendere di più

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